I medici ballano davanti ai cadaveri, il prof di medicina legale si giustifica: “Lo abbiamo fatto per allentare la tensione”

È stato diffuso un video in cui i professori universitari e i medici legali ballano e cantano sulle note di "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto con i cadaveri a un metro di distanza

           

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Mattia Emmanuele Appunto, quello è il loro lutto, non di chiunque.
Quindi al limite trovo ancora ancora plausibile parlare di rispetto per il lutto di parenti e amici del defunto, non di rispetto per un guscio vuoto.
Rispettare poi, non significa certo fare il faccino triste... ma se il rispetto per i parenti del defunto dovesse essere osservato in silenzio e serietà, ogni medico, infermiere, oss, asa e chi più ne ha più ne metta, dovrebbe vivere una decina d'ore al giorno di privazione emotiva, quando poi una condizione emotiva pesante la vivono costantemente.
Non trovi sia paradossale esigere il rispetto del proprio dolore da sconosciuti per un defunto, senza concedere il rispetto nei confronti dei sentimenti e delle emozioni di questi sconosciuti?

Sta pur certo, tu, io e chiunque altro al mondo, compresi quelli del video dovranno vivere i propri lutti e il mondo andrà avanti lo stesso, perché fra nascita e morte non c'è grande differenza in un ciclo definito come quello della vita.


Mara Magnago si impara anche ( probabilmente di più!) sorridendo. La mia percezione È che Chi conduce stia proprio applicando un metodo di apprendimento che esiste (però non ho visto abbastanza per poterne essere certa). L'unico punto qui è che urta la morale che notoriamente è una delle cose che ha messo più i bastoni tra le ruote alla scienza e all'apprendimento. Mi ricorda un avvenimento accaduto durante il lockdown, dove dei vigili urbani indispettiti dal fatto che tre signori in fila dal fruttivendolo sorridessero, le hanno perquisite e fatto tutto una filippica perché le quattro banane dell'una o i 3 kg di piselli dell'altra non giustificavano la loro presenza lì. Poi le grane le hanno passate i vigili perché stavano dicendo una cazzata. Il criterio è lo stesso: se la gente ride sicuramente non sta facendo bene le cose.


Massimiliano Martinelli Mi deve scusare ma i social hanno fatto male proprio a ideologie e idee come la sua, che estremizzano dei concetti.
Le vorrei ricordare che quel medico è un essere umano, una persona che fa quello di lavoro; ci vuole dire che lei a lavoro è sempre serio in tutte le situazioni, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 12 mesi l'anno? Non sono automi sono persone che magari adottano delle tecniche per scaricare la tensione, lo stress, la frustrazione, la noia; o ci vuole dire che lei non lo fa?
Quindi domattina dovremmo essere tutti grigi con una faccia anonima, senza emozioni, tutti uguali così non si manca di rispetto a niente e a nessuno?


Piero Culasso Mi scusi quindi ci sta dicendo che lei applica questi concetti h24, 7su7, 12 mesi l'anno in qualsiasi contesto, luogo o situazione?
Inoltre ci argomenta in che modo sia generalizzato il rispetto? Io posso rispettare una persona, una situazione o un'idea in qualsiasi modo, anche ridendo o scherzando, senza snaturare nulla.
In pratica una persona che svolge quel lavoro, che fa quello tutti i giorni ogni giorno non ha diritto a scaricare lo stress, rendere un momento più leggero, ridere; non stanno facendo ballare la persona morta, non la stanno sfregiando, non la stanno deridendo. La sua non è altrettanto mancanza di rispetto? Sono persone quelle che sta giudicando, sono persone che dopo ore di serietà si concedono un momento per staccare la spina.
Perché se vuole chi sia sempre serio, senza emozioni, che non stacchino mai la spina quelli sono gli automi


Piero Culasso è lei che parla a vanvera di contegno quando, come il 90% della popolazione se ne fotte di quello che succede nel mondo o anche al suo vicino, ma poi sta qui a fare il moralista sugli studenti che fanno quello che fanno. Ma il senso del ridicolo non vi sfiora mai? Tutti lì impettiti a elargire sentenze su Facebook e poi nella vita spesso non fate altro che girarvi dall'altra parte. Il decoro è parente stretto dell'ipocrisia. Vuol dire comportarsi in un modo per adeguarsi a ciò che viene normalmente accettato. Non è empatia né compassione, che sono invece sentimenti autentici. Ma lei è un cittadino di Facebook, bello sparare sentenze a caxxo. Dorma decorosamente.